Conto corrente estero

In questa sezione, ci si dedica ai casi ordinari di apertura conto corrente estero, ovvero a quelli che non richiedono un approfondimento a parte.

Conto corrente estero

Perchè si apre un conto corrente estero

Aprire un conto all’estero è un’operazione di consuetudine soprattutto per chi lavora all’estero e ha domicilio occasionale nel paese di lavoro.

Ed è questo il motivo principale per cui si potrebbe desiderare un rapporto ordinario di conto all’estero (solitamente iter di apertura standard, con eventuale richiesta addizionale di busta paga per dimostrare la ragione del domicilio occasionale ed abituale all’estero). E’ anche più comodo ricevere il pagamento direttamente nella valuta in corso nel paese in cui si dimora per lavoro, senza dover avere continuamente l’ansia del cambio (valore della valuta estera nei termini della valuta nazionale), e soprattutto se le normali spese quotidiane vengono effettuate direttamente all’estero, in sede di lavoro.

Cosa fare se non lo si vuole aprire per ragioni di lavoro. E’ possibile?

Sì, previa comunicazione al fisco dell’operazione di trasferimento fondi all’estero. Chiaramente, si verrà tassati a seconda dell’importo che si intende transare, in evidenza nella dichiarazione dei redditi. E questo perché il rapporto tra la tenuta di conto ed il Fisco del paese presso cui il correntista ha residenza va uniformato, anche ai fini delle nuove normative europee sulla tracciabilità.

In base a quest’ultime, viene effettuato un monitoraggio incrociato di movimenti di conto in entrata ed in uscita. Tale monitoraggio, su base induttiva, può consentire al fisco di determinare il reddito del titolare del rapporto di conto corrente. Di conseguenza, le limitazioni quantitative alla transazione di contante una tantum (nuova normativa Monti, armonizzata con le direttive europee).

Apertura di conti esteri all’interno dell’UE

Il trattato di Maastricht, in particolare, prevede per tutti i cittadini UE il diritto di aprire un conto corrente presso qualsiasi Stato membro dell’UE.

Chiaramente, bisogna dichiarare, come detto, il tutto ai fini fiscali, indicando l’apposito “saldo annuale delle attività detenute all’estero”, in sede di dichiarazione dei redditi.

Solitamente, sono previste apposite convenzioni per evitare la doppia tassazione. In effetti, quanto maturato sulle somme depositate deve essere dichiarato in Italia e sarà quindi soggetto a tassazione. Se i depositi all’estero superano i 10.000 euro (e ciò vale in generale, ovvero anche al di fuori dell’UE) si dovrà compilare, altresì, un documento addizionale, da allegare alla dichiarazione dei redditi.

Inoltre, il singolo intermediario deve comunicare alle autorità competenti, in merito alla movimentazione di denaro all’estero, e ciò al fine della  normativa sull’anti-riciclaggio.

In questa pagina alcune risposte.

Conti esteri on line

Area Euro in pericolo? Volete aprire un conto corrente estero on line?

Si parla spesso di crisi dell’Euro e del suo totale disequilibrio all’interno dei Paesi membri. Nel caso la Germania forzi ancora la mano e non si decida tutti insieme di attuare quelle operazioni fondamentali (trasferimenti fiscali, eurobond…) per un’area valutaria comune, ma con diverse economie è molto propabile che l’euro non tenga per molto tempo. Ci vengono inviate diverse email per sapere se è possibile aprire un conto on line all’estero, soprattutto uno in Franchi svizzeri. Questo non è possibile se si dimora in Italia, ma bisogna recarsi in Svizzera. Molti conti però, tipo Fineco, consentono di cambiare i nostri risparmi in valute estere, quindi è da ritenere un’opzione possibile.